Fare il latte d’avena

Sempre più spesso ci preoccupiamo di ridurre i rifiuti e di consumare alimenti sani; ecco quindi una cosetta da fare in casa, adatta ai cuori sensibili all’ambiente.

Io non bevo latte vaccino ormai da tempo, non perché non mi piaccia, ma per ridurre il consumo di prodotti che provengono da allevamenti industriali.

Anche il latte vegetale però,  andando a leggere l’elenco degli ingredienti, mi suscita qualche perplessità.

Come dice il Dottor Berrino “evitate di mangiare alimenti il cui elenco degli ingredienti non sia comprensibile anche a vostra nonna…”

Allora un giorno alla settimana faccio il latte d’avena e gli ingredienti a questo punto sono pochissimi e tutti conosciuti da mia nonna.

Ingredienti

Avena in fiocchi BIO (50 gr)

Acqua 1 tazza bollente + 500ml fredda (del rubinetto che va benissimo!!) 😊

Zucchero (integrale di canna meglio)

Aromi (a piacere – la cannella ci sta bene)

 

Scaldare fino a ebollizione una tazza d’acqua e lasciare l’avena in ammollo per 1/2 ora circa.

A quel punto trasferire l’avena in un contenitore idoneo e frullarla. Si formerà una crema che si può filtrare con un colino, schiacciandola con un cucchiaio per strizzarla bene. Resterà un pugnetto di crusca che si può aggiungere a minestre e dolci.

 

Filtrato tutto il liquido, aggiungete zucchero (a piacere) e cannella se vi piace.

A questo punto non rimane che travasare tutto in una bottiglia di vetro e aggiungere l’acqua che resta.  Con queste dosi ne viene un pò meno di un litro, ma per me è sufficiente per la settimana.

Risultato finale: non ho prodotto nessun rifiuto, un guadagno per l’ambiente, dato che il tetrapack è un materiale misto che non sempre viene gestito correttamente.

Se proprio vogliamo anche essere venali, un cartone di latte vegetale in media costa 2,30 € quindi fate i conti sui vostri consumi e, alla fine dell’anno, potrete farvi un regalino 🙂

Buona colazione

 

Ricetta invernale antivirus

D’inverno le mie attività sportive rischiano di subire una frenata a causa dei malanni di stagione, ai quali sono particolarmente sensibile.

Così cerco di darmi un aiutino. La mia generosa pianta di limoni torna sempre utile.

Ecco la ricetta semplice semplice per un Rimedio Antivirus

naturale!

Ingredienti

2 limoni con scorza (lavati e strofinati con acqua e aceto)

1/2 radice di zenzero (bio)

200 ml di miele

Tagliare a pezzi i limoni e frullate il tutto.

Conservare in un barattolo di vetro.

Io ne prendo un cucchiaio tutti i giorni.

Buonissimo e salutare.

Bye Bye raffreddore 🙂

È nata FIAB IMperia

Come raccontai nell’articolo Mobilità Sostenibile: pronti, partenza, via! scritto a luglio 2018, mi trovavo all’inizio di una nuova esperienza.

Comunicare e diffondere la mobilità sostenibile, una nuova emozionante sfida professionale, legata al progetto EDUMOB http://interreg-alcotra.eu/it/decouvrir-alcotra/les-projets-finances/edu-mob

Un seme, è proprio vero, è stato piantato.

Ma cosa è successo?

Andiamo per ordine… come prima cosa è entrato nel vivo il progetto EDUMOB con la realizzazione di tratte ciclabili nel ponente ligure (Bordighera, Vallecrosia e Ventimiglia) e l’avvio dell’attività educativa nelle scuole.

Ma questo era previsto dal progetto.

Invece un imprevisto “Edumob Effect” è stato la nascita di FIAB Imperia (imprevisto almeno per me ☺️).

Ma a cosa serve?

FIAB oltre a essere partner (la sezione Tigullio Vivinbici) del progetto Edumob, è il movimento che, in Italia, si impegna a diffondere la mobilità ciclistica.

Il fine è ecologico, ridurre l’inquinamento e il traffico nelle città è un tema di massima importanza.

Il fine è anche sociale, promuovere città meno trafficate a vantaggio di pedoni e biciclette ha effetti vantaggiosi per tutti, incidendo sulla salute ma anche sul commercio.

Questi temi per me sono di primaria importanza, ecco perché ho scelto insieme a un gruppetto di appassionati, di provare a dare un contributo.

FIAB Imperia si propone di aggregare chi vorrà lavorare al miglioramento della nostra città, attraverso quel bellissimo mezzo che è la bicicletta!

Oggi le due ruote hanno un’amica in più…

FIAB IMPERIA

Al lavoro!!

Giornata Mondiale del Suolo

Il 5 Dicembre è la Giornata Mondiale del Suolo, così ho deciso di realizzare il mio primo video, dedicato al compostaggio domestico.

Ho già trattato questo argomento molto volte, ma qui si può vedere la pratica quotidiana. Non uso nulla di sofisticato e il tempo che dedico a questa semplice pratica è davvero poco.

Trovo importante però porre l’attenzione sul significato di questa buona abitudine.

Dal suolo dipende il sostentamento di 7 miliardi di persone, ma è minacciato da molti fattori. L’inquinamento, l’edilizia selvaggia, la deforestazione, l’agricoltura intensiva e i pesticidi, minacciano il suolo e quindi il nostro futuro.

Compostaggio significa restituisce alla terra una sostanza fondamentale per la sua salute, l’Humus.

Compostare significa ridurre del 20% i rifiuti prodotti.

Quando il rifiuto “umido” è conferito in discarica, causa percolato: perchè causare un problema quando possiamo invece non solo evitarlo, ma trasformarlo in una risorsa?

Facciamo diventare la nostra cucina un esempio di Economia Circolare, prendiamoci cura dei nostri scarti!

Buon compostaggio!

La magia del compostaggio

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Villa Faraldi – 6 Luglio – Corso di Compostaggio

Bilancio molto positivo per questa prima edizione del corso di compostaggio.

In circa un’ora e mezza abbiamo parlato dei principi fondamentali per avvicinarsi correttamente a questa pratica.

Dalle motivazioni etiche, all’organizzazione, alla “ricetta” perfetta per compostare senza intoppi.

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Le buone pratiche diffuse attraverso un programma culturale che invita cittadini e turisti a riprendere contatto con la natura e il territorio.

Il corso infatti è inserito nel calendario di eventi estivi “Villa Faraldi Slow”.

Per saperne di più >>> https://villafaraldislow.blog/

 

 

Mobilità Sostenibile: pronti, partenza, via!

Giornata di formazione a cura della FIAB, sulla mobilità sostenibile.

Dedicata al CEA del Parco Alpi Liguri e suoi operatori.

Argomenti trattati: Pedibus e Bicibus, iniziative e buone pratiche da esportare in alcuni comuni della provincia di Imperia.

L’attivazione di iniziative per sensibilizzare i più giovani verso la mobilità sostenibile ha differenti importanti valenze: ecologica ma anche sociale e di supporto a un corretto stile di vita.

L’attivazione di percorsi che permettano agli alunni di scuole elementari e medie di recarsi a scuola a piedi o in bicicletta in sicurezza, ha risvolti positivi diretti su bambini e famiglie, ma anche sul tessuto sociale della città, chiamata a ragionale sul proprio sistema viabilistico.

La Liguria può e deve fare molto per migliorare la fruizione del proprio territorio, imitando realtà virtuose che hanno attivato iniziative simili, ormai da molti anni.

Piantiamo un primo seme e poi lavoriamo per farlo germogliare.

#StayGreen #becomeabiker #StayTuned

 

 

 

Corso di compostaggio domestico: impariamo dalla natura. 

Finalmente ci siamo!

Corso pratico per ricavare dai propri scarti di cucina e giardino un fertile e utile compost.
Il compost (terriccio/humus) prodotto sarà uguale a quello che si trova nei boschi ai piedi degli alberi.

A chi è rivolto: a chi possiede un terrazzo o un giardino.

Perché farlo: è una pratica di grande valore civico e ambientale. Ci insegna come possiamo ridurre il nostro impatto sull’ambiente, producendo una materia fondamentale per la salvaguardia del suolo.

Dove:
Villa Faraldi
Sala Consigliare Venerdì 6 Luglio ore 21:00

Chi tiene il corso?
Cristina Sala: “compostatrice orgogliosa, ho cominciato questa attività dopo aver seguito un corso intensivo (Organizzato dal Comitato M’IMporta e Italia Nostra).

Mi piace diffondere buone pratiche ambientali.
Professionalmente lo faccio attraverso i social network per realtà che si occupano di ambiente, rifiuti e energia.
Nel mio quotidiano amo camminare sui sentieri e pedalare sulla mia bicicletta elettrica”.

Evento organizzato grazie alla Guida Escursionista Ambientale Marina Pissarello nell’ambito di Villa Faraldi Slow

INFO: Cristina Sala 338 87 41 469
Facebook Cristina Sala

Gli strutturanti non bastano mai!


Nonostante l’attenzione e la cura che solo una “compost addicted” come me può mettere nella missione di produrre compost di altissima qualità, c’è un “problema” che ancora non ho del tutto risolto.

Gli scarti di cucina infatti per loro composizione sono carenti di strutturanti e di quella parte di carbonio necessaria per una miscela perfetta. Quindi per non incorrere in compattamento e marciume, bisogna aggiungere materiali.

Quali? Diciamo quelli marroni, ovvero gusci, legnetti, carta, cartone, pellet, trucioli e foglie secche.

Io in effetti, non mi faccio sfuggire occasione, quando vado a camminare, per portare a casa un sacco pieno di foglie secche. Ma capisco che potrebbe mancare il tempo, la voglia (no! Non ci credo!!) o lo spazio per conservarle… Il pellet, d’altro canto,  è facile da reperire ma in effetti troppo prezioso per essere aggiunto al compost. Mi sembrano tutti buoni motivi per tentare altre strade.

Quindi, questa è la prova numero uno, dato che fra i miei rifiuti di oggi, questo c’era.

Scatola di cartone del riso. Anziché conferirla con la carta l’ho fatta a strisce che poi ho sprimacciato con le mani per accartocciarle un po’. Così dovrebbero fare volume e aggiungere l’elemento mancante. Se funziona avrò trasformato un altro rifiuto in materiale utile per il mio compost e diminuito ancora un po’ la mia produzione di rifiuti.

Tempo necessario per fare a strisce due scatole: 7 minuti + metterle in una scatoletta… ops, un’altra 🙂 – sono malata lo ammetto… (non smetterò mai di essere lo zimbello di casa)

DUBBI

Il  cartone potrebbe infradiciarsi subito e non svolgere alcuna funzione strutturante.

Il cartone è stampato all’esterno e un po’ lucido. Sarà biodegradabile?

Lo scoprirò presto!

#StayTuned #StayGreen

 

Libri nell’orto

La mia “mania” per il compostaggio, nasce della passione per le piante, in particolare per quelle commestibili.

Ci sono moltissimi buoni motivi per produrre almeno una piccola parte del cibo che mangiamo. Il gusto intenso e la salubrità di ciò che possiamo coltivare in un piccolo orto sono indiscutibilmente i primi in classifica.

Chiaramente queste passioni sono collegate le une alle altre, perché quando si pianta il primo ciuffo di insalata, si apre un mondo e da lì sorgono domande e si arriva in poco tempo a dover fare delle scelte. Produrre un buon terriccio è certamente molto utile, ma sono molti altri gli elementi da considerare se decidiamo di coltivare qualcosa.

Ci scopriamo indifesi contro insetti e malattie, l’inesperienza ci fa inciampare e la natura ci fa lo sgambetto.

Nel mio caso, non ho mai avuto a disposizione molta terra e quella poca prima non era bene esposta al sole, poi era poco fertile e via via ho scoperto di avere problemi che neppure sospettavo che esistessero…

Purtroppo non ho potuto approfittare dell’esperienza di altri e così fra tentativi, letture e tante domande poste qua e là, alla fine ho imparato una piccola parte del linguaggio delle piante, ho imparato a prevenire alcuni problemi e la mia produzione, seppur imperfetta è diventata soddisfacente.

L’immagine che ho inserito in questo articolo è una specie di manifesto delle mie intenzioni o forse più che altro, un riassunto visivo dei miei successi in giardino. Ma cosa racconta?

Dice che…

Siamo a Dicembre, come indicato sul calendario botanico regalatomi da un’amica…

I limoni sono quelli  del mio generosissimo albero, carico di frutti, che raccoglierò fino al prossimo autunno.

Nonostante l’inverno sia ormai cominciato, ci sono gli ultimi pomodorini raccolti pochi giorni fa, più teneri e buoni di quelli estivi, maltrattati com’erano dalla siccità e dalla calura di agosto.

Ci sono i bulbi dei tulipani che ho messo a seccare in primavera, quando è terminata la fioritura e che fra poco metterò a dimora con il nuovo compost.

Le noci invece sono un frutto che amo e consumo in abbondanza, i cui gusci sono uno strutturante perfetto per il compost.

Infine c’è un libro, quello che ha risolto tanti problemi e mi ha insegnato qualche nuova pratica per mantenere più sane e produttive le piante, semplicemente imitando la natura.

Come chiamare questa immagine? Natura morta con libro?

Io direi natura viva, piuttosto…

#StayGreen #StayTuned

 

L’organizzazione del compostatore

Ormai sono passati un paio d’anni da quando ho iniziato a compostare con successo i miei scarti di cucina.

Qualche inconveniente in questo lasso di tempo è capitato, ma è naturale, quando si cambiano abitudini e molti errori si possono evitare con una buona organizzazione.

Inconvenienti a parte, bisogna dire che il compostaggio nei vasi  è un sistema che con un pò di cura, funziona molto bene.

Ovviamente mi è capitato di trascurare per un paio di settimane i vasi pieni e che il materiale al loro interno sia seccato o degenerato… non è un problema: a tutto si rimedia! Non dobbiamo pensare che fare il compost ci trasformerà in “dipendenti” della spazzatura!

Ma torniamo all’organizzazione.

Sul bancone della mia cucina (spazio occupato cm 30×10 c.a) ci sono sempre alcune cose fondamentali:

  • una scatola (riciclata!) con i sacchetti del pane, indispensabili per la raccolta quotidiana degli scarti
  • un barattolo col pellet da aggiungere agli scarti

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I sacchetti del pane sono molto comodi per raccogliere gli scarti, sono insieme  un raccoglitore traspirante e un ingrediente del compost. Non sono molto resistenti, questo è vero, ma essendo piccoli (io compro poco pane alla volta) si riempiono in fretta, prima che si infradicino e si rompano.

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Nel cestino traforato metto i sacchetti del pane una volta pieni e nel mio caso, ne riempio due o tre in una settimana (aggiungete sul fondo del cestino qualche sacchetto di carta piegato in due per assorbire eventuali liquidi).

Nel week end, quando tipicamente viene il momento delle grandi manovre in casa, dedico un po’ di tempo al compostaggio.

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Ovvero svuoto il mio cestino e i sacchetti del pane vanno a finire nei vasi.

 

Sopra si vede il vaso riempito con i sacchetti degli scarti, alternati a strati di compost (non setacciato, preso direttamente da altri vasi) fino al riempimento del vaso che così può essere chiuso. A questo punto sarà sufficiente un controllo fra una settimana e una mescolata.

Per me questa soluzione è ottimale,  perchè è venuta a crearsi in base alle mie abitudini.

A proposito di inconvenienti che possono insorgere, di seguito i più comuni e alcune soluzioni.

PROBLEMA 1

  • gli odori più o meno rilevanti in base alle temperature (se buttiamo scarti di cipolla,  l’odore è notevole, se fa caldo ancora di più)

SOLUZIONE

  • una manciata di compost maturo sugli avanzi e l’aggiunta di strutturanti: il primo deodora i secondi mantengono areati gli scarti che quindi non puzzeranno.

PROBLEMA 2

  • Moscerini, soprattutto d’estate.

SOLUZIONE

  • una manciata di compost maturo sugli avanzi e un foglio di giornale umido con cui coprirli. Gli avanzi successivi si posizioneranno sopra e così via, impedendo l’accesso ai fastidiosi insetti, attratti soprattutto dalla frutta.

PROBLEMA 3 La madre di tutti i problemi!

  • sto parlando degli scarti che marciscono anzichè trasformarsi in compost. A parte la puzza, di solito questo problema si accompagna alla nascita di moltitudini di larve… uno spettacolo veramente sgradevole. La colpa sta nella scarsa areazione degli scarti e conseguente compattamento.

SOLUZIONE

  • La tentazione sarà di buttare via tutto, ma in realtà le larve hanno vita breve e se faremo in modo, con foglie, carta e pellet di “asciugare” la miscela e renderla più arieggiata ricondurremo il compost sulla retta via!

Abbi fiducia e buon lavoro!